TIPOLOGIE DI ARTIGIANI DI STRADA

Qui affrontiamo le diverse tipologie di artigiani di strada

IL METEOPATICO

Gira intorno alla bancarella guardando verso il cielo, ha il terrore degli agenti atmosferici, in particolare della pioggia. Anche se è un giornata limpidissima, se vede un accenno di nuvoletta a migliaia di metri di altitudine, va in panico.

Per lui il gazebo è tutto, non aprirebbe mai la bancarella senza.

Sotto i tavoli ha un pacco di teloni impermeabili con cui potrebbe incartare agevolmente la torre Eiffel.

Se il tempo è incerto passa ore a pensare “apro o non apro” e comincia a sondaggiare i colleghi sul da farsi, se poi ci sono nuvolosi neri salta in macchina e sparisce all’orizzonte.

 

L’ANSIOSO

Anche se l’evento comincia intorno alle 21.00, molte volte ci fanno arrivare al primo pomeriggio per assegnare i posti, scaricare i mezzi e poi portarli via prima che transennino e chiudano le strade. Ovviamente ci sono quelle ore di buco da riempire, gli artigiani normali fanno 4 chiacchiere una birra e un gelato e montano con molta calma la bancarella.

L’ansioso no!!!

Comincia a guardarsi in giro con occhio impallato e fibrillante chiedendo a tutti come un mantra: “ma verrà qualcuno? Non c’è nessuno!”.

E certo che non c’è nessuno, pirla, sono le 4 del pomeriggio, è agosto, ci sono 52 gradi all’ombra, non è che la gente si fa un giro per il paese per vedere gli artigiani che montano i banchi..

Altro suo mantra: “ma che dici si venderà qualcosa?”

E che ne so?, lo spero!!!!

Bisogna considerare che alla stessa manifestazione non è detto che vendano tutti, magari c’è chi sbanca e chi a malapena recupera le spese, dipende da tanti fattori, e non è neanche detto che se abbiamo incassato bene, allo stesso evento, l’anno passato, poi accada nuovamente l’anno successivo.

Ovviamente è inutile dargli queste risposte logiche, rimarrà chiuso nelle sue ansie.

Attenzione la lunga esposizione accanto a soggetti simili può portare a irreversibile contagio!!!

 

L’ORGANIZZATO

L’organizzato è efficientissimo, monta e smonta il banco in un attimo, ha tutta l’attrezzatura in ordine, kilometri di prolunghe, buste di triple e pinze, teloni antipioggia, sedie e sgabelli in quantità,

la merce ordinatamente sistemata in apposite casse, borsa frigo con derrate alimentari bastanti a sfamare un villaggio africano per una settimana. In macchina sistema tutto con precisione millimetrica sfruttando ogni minimo centimetro quadrato.

A volte averlo vicino può essere molto irritante specialmente quando lui ha finito di montare e tu sei ancora sommerso di casse, scatole e valigie.

 

IL DISORGANIZZATO

E’ l’esatto contrario del precedente, la macchina si scarica praticamente da sola, basta aprire il portellone e la roba cade giù da sola.

E’ matematico che scordi a casa almeno la metà dell’attrezzatura e quella che si ricorda di portare è sgangherata.

Solitamente sopravvive grazie al buon cuore dei colleghi.

 

L’IMBRANATO

Non ha il minimo senso pratico, la sua manualità la usa solo per creare le sue opere.

Per aprire il gazebo ha bisogno dell’aiuto di un ingegnere della NASA, ogni volta che monta l’impianto elettrico s’incapretta con il cavo, rigorosamente attorcigliato in improbabili arabeschi.

Non ricorda mai in quale scatolone ha messo ciò che gli serve, e ovviamente lo trova nell’ultimo in cui guarda.

Inciampa di continuo, specie ai cavi e gli cade tutto, per favore non chiedetegli di fare il pacchetto regalo, potrebbe essere deleterio per la sua integrità.

Nel suo caso per la sopravvivenza non basta il buon cuore dei colleghi, sicuramente alle sue spalle ha un esercito di angeli custodi, sennò non si spiega come faccia a uscirne vivo.

 

 

L’APPICCICOSO

Se ti prende di mira sei finito.

Ha il dono dell’inopportunità, nei momenti più impensati attacca bottone per raccontarti i fatti suoi o gli ultimi gossip dell’ambiente artigianale (ma anche politico del paese in cui ti trovi al momento).

Ad esempio ti trovi in punta di piedi sulla sedia pieghevole cercando di attaccare una spina, sei alla massima estensione di te stesso, manca il classico millimetro per stabilire il contatto, e lui subdolamente arriva da dietro esordendo con un “ma lo sai che……”

Quando parla faccia a faccia con qualcuno lo tocca di continuo, una mano sulla spalla, poi sul braccio e ti toglie di dosso pilucchi e capelli caduti-, ekekakkio ho il mio spazio vitale!!!!!

Ovviamente dare segni di fastidio o fargli notare che hai da fare e che non è il momento adatto, è assolutamente inutile

Averlo come vicino di banco per una serata è come avere concentrate le 7 piaghe d’Egitto.

Ci sono vari sistemi per uscirne: tirare fuori da sotto il banco la motosega e zittirlo definitivamente, drastico ma efficace; al momento dell’assegnazione dei posti, con una balla qualunque farsi cambiare di posto; i più disperati fanno harakiri.

 

L’INVIDIOSO/SOSPETTOSO

Sempre molto riservato, interagisce poco con i colleghi, che vede come rivali, e in genere solo per chiedere quanto stanno incassando, se la domanda viene rivolta a lui minimizza, anche se ha incassato solo 5 euro, ne dichiara di meno, e se l’interlocutore ha incassato anche solo un centesimo più di lui rosica di brutto.

Se gli si chiede dove andrà la serata successiva diventa evasivo, kakkio quella manifestazione è sua, l’ha vista prima lui, solo lui può andarci.

Se gli si chiede esplicitamente se l’indomani andrà in un dato posto diventa ancora più evasivo e comincia intimamente a sudare, in genere sconsiglia dicendo che non è una buona piazza, che non crede di andare, ma stai sicuro che l’indomani è lì, e alla domanda “ma non avevi detto che qui non è buono e che molto probabilmente non saresti venuto?” risponde con un noncurante “non avevo nient’altro in ballo, piuttosto che stare a casa….”, durante questo tipo di conversazione si possono osservare sbuffi di fumo che gli escono da narici e orecchie.

 

IL RIFLESSIVO

E’ il perfetto incrocio tra il bradipo e la lumaca, calmo e pacato, nulla lo scompone, passa ore a montare la bancarella, mette i pezzi uno a uno, frequentemente si ferma, guarda l’insieme e mette altri pezzi sul banco, quando ha finito di montare è praticamente quasi ora di chiudere.

 

LO SCONTENTO/INCAZZATO

Non gli sta mai bene niente, ce l’ha con tutti.

Quando arriva non gli sta bene il posto che assegnano, anche se il mercatino si sviluppa su una linea, non gli sta bene la posizione. Gli organizzatori sono disorganizzati, il paese fa schifo.

Con gli altri artigiani parla solo per lamentarsi.

Se vi capita accanto, ogni tanto annuite e continuate a fare le vostre cose, è sconsigliatissimo dargli corda.

 

IL NONCIOHOVOGLIADIFAREUNCAZZO

Lo si riconosce subito da come scende stiracchiandosi dalla macchina, o camper: occhio a mezz’asta, espressione scazzata, camminata ciabattona..

Si guarda intorno, guarda il posto, saluta i colleghi, il tutto con la massima calma possibile, molto lentamente scarica il mezzo e lo va a parcheggiare.

Lascia lì tutto il materiale ammucchiato mentre chiacchiera con gli altri, il più delle volte con birra e sigaretta tra le dita.

Quando si decide a montare gli altri hanno praticamente finito.

Dietro il banco, invece della sedia, ha una sdraio, da cui comodamente parla con i potenziali clienti e colleghi in visita, lui non visita le altrui bancarelle, troppa fatica!!!!

Anche quando si decide a smontare, lo fa quando gli altri hanno già quasi finito, e dopo si intrattiene in chiacchiere per un altro paio di ore, insomma fa mattina come nulla fosse.

Artigiano innocuo, la lunga frequentazione può, però, portare ad uno stato di accidia perenne.

 

IL GIRANDOLONE

Non sta mai dietro la bancarella, che viene guardata dai suoi vicini.

Lo si ritrova sempre a chiacchierare dietro i banchi dei colleghi, si gira tutto il mercatino più volte durante una serata.

La cosa più incredibile è che ha una percentuale di furti più bassa dei colleghi che non si muovono dalla propria bancarella neanche per espletare le più elementari e necessarie funzioni fisiologiche.

 

LO SPARABALLE

Esagera su tutto, specie su presunti incassi da favola.

Se ti trovi in buco di paesino sperduto fra i monti, che conta 4 abitanti abitualmente, 10 in estate, e 12 durante il mercatino: tu sei dietro il tuo banco annoiato anche dalle parole incrociate, con crisi di solitudine perché sono ore che non vedi un’anima in giro, beh sta sicuro che millanta un incasso di almeno 200 euro, e sei talmente scazzato da non avere la forza di contraddirlo e gliela fai passare per buona.

L’unico che ci crede è l’invidioso/sospettoso che si rode il fegato.

 

IL SEDICENTE ARTIGIANO

I colleghi lo sgamano subito, dice di essere artigiano, ma a ben guardare il suo banco, non vi è nulla di artigianale.

Il suo banco è un bazar di oggettini, collanine bracciali e quant’altro, comprato qua e là e spacciato per proprio, a volte ricompra da veri artigiani qualcosina a basso costo.

Nessuno lo ha mai visto con un attrezzo in mano.

 

IL FUORILUOGO

Ha la rara abilità di sbagliare tipologia di mercatino.

Se la sua arte ad esempio è il decoupage e pittura su coppo antico, và a finire in un concerto rock; o se fa bigiotteria palesemente per giovanissime, lo ritroviamo nella sagra paesana in cui l’età media del pubblico è di 90 anni.

E inequivocabilmente dirà che quella non è una buona piazza perché, anche se c’era la gente, non ha venduto n c…….

 

IL PESCE FUOR D’ACQUA

Non ha senso dell’orientamento e gli occhi, per lui, sono solo un elemento decorativo della faccia, non li usa mai.

Ovunque debba andare per montare la bancarella, si perde regolarmente, anche per trovare il centro storico del più minuscolo dei borghi.

Lo si riconosce facilmente dalla macchina stracarica di merce che accosta e chiede indicazioni ad un passante, che si trova esattamente sotto il cartello che indica la direzione che sta cercando.

Dopo che miracolosamente è giunto a destinazione, sbaglia senso unico quando deve, poi, portare via la macchina dalla zona mercatino, incastrandosi in vicoli sempre più stretti.

Anche a piedi non è meglio, con il massimo candore possibile ti chiede dov’è il bar, che è esattamente davanti a lui con un’insegna grande come il colosseo.

E naturalmente quando, a notte inoltrata, deve andare a prendere la macchina per caricarla, ha dimenticato dove l’ha parcheggiata.

Se poi decide di mettersi d’accordo con un collega per andare insieme: “vai avanti tu che io ti seguo così non mi perdo”, si perde lo stesso, nonostante il capofila stia guidando a 40Km/h su rettilineo, dopo poco non lo vede più nello specchietto retrovisore.

I colleghi più premurosi, quando non lo vedono arrivare entro una certa ora, gli telefonano e lo teleguidano a destinazione, con somma gioia degli operatori di telefonia mobile.

 

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